Anche nel corso dell’anno scolastico 2022/23 ANMP è stata presente presso l’Istituto Scolastico Marco Polo di Firenze, nonché presso il Liceo Il Pontormo di Empoli e la scuola Secondaria di Primo Grado Pescetti di Sesto Fiorentino, allo scopo di diffondere la cultura della mediazione nella gestione dei conflitti: l’obiettivo che la nostra associazione vuole perseguire è infatti quello di seminare per il futuro, abituando le giovani generazioni ad una diversa modalità di gestione del conflitto, nella consapevolezza che il sol fatto che la cultura della mediazione possa rappresentare per gli adulti di domani un concetto non del tutto ignoto, rappresenta già una scommessa vinta.

Grazie al patrimonio di preziose conoscenze ed utili esperienze raccolte a seguito dell’operato dei mediatori presenti nelle varie classi fin dagli scorsi anni scolastici, la Commissione Scuola di ANMP, guidata dalla referente Avv. Ilaria Lelli, ha potuto perfezionare il “format” che ha costituito l’indispensabile linea guida da seguire per consentire agli studenti di potersi approcciare alla mediazione nel modo per loro più utile ed efficace.

Al pari di ciò, anche l’esperienza già maturata sul campo dai singoli mediatori (la maggior parte dei quali hanno bissato l’impegno dell’anno precedente, a riprova che il percorso intrapreso è stato denso di soddisfazioni ed utili spunti) ha consentito di affinare e perfezionare il metodo ideato da ANMP, a riprova del fatto che anche la più pregevole costruzione teorica non può prescindere dalla riprova sul campo; ed in ciò i ragazzi sono stati utilissimi ed efficaci collaboratori, nella misura in cui ciascun intervento dei singoli membri della Commissione Scuola di ANMP negli Istituti Scolastici non ha mai inteso prescindere dalla loro partecipazione attiva nell’approccio alla mediazione.

In questo senso, è stata cura dei mediatori alternatisi nelle classi partecipanti al progetto quella di ricorrere il meno possibile (e solo per lo stretto indispensabile) al tradizionale metodo didattico della cosiddetta lezione frontale, coinvolgendo piuttosto i ragazzi sin dal primo momento in un dialogo partecipato, spesso fatto di incalzanti e dirette domande e risposte (come nelle loro corde…) tali da metterli in condizione non solo di aprirsi e confidarsi riguardo al loro personale approccio al conflitto, ma di giungere gradualmente alla comprensione dei concetti propri della nostra attività con sempre maggiore consapevolezza, in ciò duplicando e ricalcando per certi versi il percorso che le parti svolgono in un tradizionale incontro di mediazione.

Gli incontri presso l’Istituto scolastico Marco Polo di Firenze  si sono svolti in due fasi: la prima nel mese di dicembre, allorquando sono stati condotti due incontri in ciascuna classe per complessive 8 ore; la seconda – nell’ambito del progetto PCTO “So-stare nel conflitto” – a partire dal mese di febbraio 2023, consistito in sei incontri per classe, della durata di 4 ore ciascuno, per complessive venti ore dedicate a ciascuna classe e l’introduzione di due importanti novità; la prima consistita nell’utilizzo, nel corso degli incontri, di “Medianos” (gioco didattico che consente di simulare la gestione di un conflitto, ideato dal Dott. Massimiliano Ferrari) nonché di un altro e diverso “gioco a tema” basato sulle emozioni ideato dall’Avv. Paola Levani, la seconda, realizzatasi grazie all’interessamento del Presidente di ANMP, Avv. Pietro Beretta Anguissola, per cui nel corso dell’ultimo incontro in programma ciascuna classe partecipante al progetto ha potuto quest’anno visitare i locali del Palazzo di Giustizia di Firenze, laddove gli alunni sono stati condotti alla scoperta delle aule di udienza (penali e civili), degli uffici della Presidenza del Tribunale, dei locali dell’Ordine degli Avvocati, nonché della sede dell’Organismo di Conciliazione di Firenze, luogo deputato allo svolgimento della mediazione civile e commerciale nell’ambito del Palazzo di Giustizia.

Presso il Liceo di scienze umane Il Pontormo di Empoli sono stati svolti due incontri di 4 ore ciascuno nel mese di aprile che hanno coinvolto una cinquantina di ragazzi.

Nell’ambito del progetto presentato presso il Comune di Sesto Fiorentino, La Valigia delle Idee,  i formatori di ANMP si sono recati presso la Scuola Secondaria di Primo Grado Pescetti

Risulta difficile catalogare unitariamente le esperienze che sono emerse da questo percorso (da un rapido calcolo emerge che i mediatori di ANMP hanno interloquito con gli studenti per un totale di un centinaio di ore, a testimonianza dello sforzo profuso) dal momento che esse sono state molteplici, ovvero tante quanti sono stati gli approcci che, in base a personale sensibilità, esperienza ed inclinazione, ciascun singolo mediatore – pur seguendo il canone di ANMP – ha voluto utilizzare nel dialogo con i ragazzi.

Ecco perché, nella compilazione di questo resoconto, si è ritenuto di dar voce anche a ciascun singolo mediatore, facendo quindi emergere la sintesi di ciascuna delle personali esperienze vissute in classe, in una sorta di “restituzione” effettuata dai mediatori stessi alla fine del ciclo di incontri.

Queste testimonianze, le quali potranno essere lette di seguito e che, non essendo minimamente rielaborate, rappresentano la viva voce di ciascun mediatore, al pari di una vera e propria intervista a ciascuno di loro, potranno perciò costituire una ulteriore e preziosa base per il lavoro della Commissione negli anni a venire, a partire dal corrente anno scolastico, che vedrà i formatori di ANMP coinvolti in progetti sempre più ambiziosi all’interno delle scuole.

Teresa Caruso ha dichiarato:

Io devo dire che non è stato facile ottenere l’attenzione dei ragazzi dopo aver assistito ad una partita di Medianos. Credo che lasciare il gioco per l’ultima parte dell’incontro sarebbe meglio e proporrei anche di utilizzare il gioco in piccoli gruppi perché altrimenti i ragazzi non coinvolti si distraggono e si estraniano.

Benedetta Marmugi ha dichiarato:

Aggiungo un mio breve resoconto del giorno 6 Dicembre.

Insieme ad altri Colleghi Avvocati abbiamo trattato il tema del conflitto e fin dal primo momento (alla espressa domanda cosa è il conflitto?) dagli stessi ragazzi è emerso che in ambito scolastico e nella classe si possono avere relazioni complesse e possono sorgere incomprensioni e conflitti. Abbiamo così cercato di fornire loro informazioni e strumenti utili per riconoscere e gestire in maniera positiva il conflitto. Dai conflitti sono emersi i sentimenti, quali la rabbia alla punta dell’iceberg, oltre ai sentimenti sottostanti quali la tristezza, il dispiacere, la delusione, la lacerazione dei rapporti tra ragazzi fino alla chiusura in se stessi, la timidezza, il non sentirsi riconosciuti. Abbiamo poi spiegato quanto è importante saper riconoscere, esprimere e gestire le emozioni. Proprio per questo motivo l’obiettivo del corso è stato quello di far acquisire le competenze – le cosiddette skills – per comprendere cosa accade nel conflitto e vivere meglio il conflitto. I ragazzi stessi hanno confermato che può essere utile imparare a gestire la conflittualità in ambiente scolastico in quanto spesso ci sono litigi tra studenti, difficoltà con i professori e/o incomprensioni con i genitori. Ci siamo infine soffermati sull’ascolto attivo e sull’empatia, spiegando che comunicare e ascoltare costituisce un valore aggiunto nelle relazioni tra le parti.

Paola Levani ha dichiarato:

Incontro del 22 dicembre. Essendo l’ultimo incontro del percorso e in considerazione delle ore di lezione che i ragazzi avevano già sostento la mattina, abbiamo deciso, con le altre di tenere un pomeriggio dedicato ad attività di laboratorio che fra l’altro ha visto l’utilizzo del gioco Medianos, per consentire ai ragazzi di esprimersi e far emergere ciò che avevano appreso durante gli incontri precedenti. Quello che mi ha colpito è la profondità dei pensieri espressi e la capacità che hanno dimostrato di riconoscere le loro emozioni, l’interesse nel confronto fra loro e la spontaneità dimostrata, agevolata dal vivere l’esperienza sotto forma di gioco.  Curiosi di apprendere strumenti nuovi ed aperti nel mettersi in gioco. Certamente per noi adulti queste esperienze rendono evidente la naturale attitudine e sensibilità dei ragazzi di percepire l’autenticità di ciò che viene loro tramesso. Questo ponte ideale fra il loro mondo di ragazzi e quello di adulti che lavorano nel conflitto, costituisce ogni volta una sfida che i ragazzi dimostrano di apprezzare e che rappresenta motivo di crescita ed arricchimento reciproco. Una ventata di aria leggera, che riporta nella sua pienezza la luminosità di questa nostra attività, mai uguale né banale.

Duccio Viligiardi ha dichiarato:

Racconto brevemente quello che mi ha colpito di questa esperienza: quando è stato il momento di spiegare ai ragazzi le cinque macrocategorie nelle quali siamo tutti collocabili in base al modo di affrontare il conflitto, mi è venuto spontaneo confessarmi, dicendo loro che quando ero sui banchi di scuola non ero certo classificabile in quella più “adeguata” e raccontando loro quel che provavo all’epoca. Mi sono reso conto che, a quel punto, anche loro si sono aperti molto, si sono sforzati di collocarsi in maniera sincera in una delle categorie, riflettendo su loro stessi, su quello che li animava in quei frangenti. È stato un bel momento (tanto utile anche per me!) e ci ha aiutato molto a far considerare loro l’opportunità di conoscere altre modalità di porsi in caso di conflitto…

Daniela Virgili ha dichiarato:

Partecipazione e coinvolgimento degli studenti del primo anno dell’Istituto Marco Polo di Firenze nel corso del Progetto realizzato in collaborazione con ANMP e MEDIANOS che si è svolto nel dicembre 2022.  Una studentessa Anna (nome di fantasia) ha coraggiosamente litigato con la Prof. Cristina Marchese che in quella sede rivestiva la doppia veste di docente di diritto e mediatrice professionista associata ANMP. Si sono sedute al “tavolo di mediazione” Anna e la Prof. Marchese. La sottoscritta Daniela Virgili in veste di “mediatrice”. Motivo del “conflitto”: il divieto d’uso dei cellulari in classe.

La ragazza ha educatamente espresso, anche con un certo timore, il suo dissenso verso questa limitazione così assoluta contestando la eccessiva severità della docente nel rispetto della regola.

“Per noi – ha spiegato la studentessa– “il cellulare è un amico che assicura il contatto con i genitori, con gli amici cari e la possibilità di comunicare in caso di bisogno anche per motivi importanti, non è solo un banale elemento di distrazione, ma è una protezione, rappresenta un riferimento che caratterizza l’identità della nostra generazione”.

La docente ha riferito di comprendere il divario generazionale ma ha espresso alla studentessa la convinta contrarietà all’uso del cellulare a scuola, nell’interesse dei ragazzi e della loro formazione, affermando di volere/dovere mantenere la necessaria rigorosa applicazione di una regola di comportamento che può sembrare eccessiva, ma che rappresenta un punto di riferimento nella relazione fra studenti e istituzione scolastica.

Concluso il confronto, piuttosto acceso, la sottoscritta nel ruolo di “mediatrice” chiedeva alla studentessa:

Anna, quale emozione pensi stia provando adesso la professoressa?

Anna: penso che la professoressa in questo momento sia molto arrabbiata..

Rivolgendomi alla professoressa chiedo:

Prof. Marchese, quale emozione pensi stia provando adesso Anna?

Prof. Marchese: penso che Anna si senta incompresa.

Passavo quindi a verificare le reali emozioni. Anna confermava la valutazione della professoressa, mentre la docente dichiarava che per lei l’emozione prevalente era un sentimento di amore verso Anna e verso i suoi studenti. Questa risposta ha commosso Anna che forse ha compreso che quella severità nascondeva un sentimento autentico e profondo della professoressa verso i suoi studenti, ma anche gli altri studenti (osservatori) sono rimasti sorpresi e emozionati. La classe ha compreso di aver condiviso un momento importante nella relazione con la docente raggiungendo un nuovo livello di consapevolezza nel rapporto interpersonale con chi ha il compito, non solo di insegnare, ma anche di trasmettere valori etici e buoni sentimenti. E tutto questo come è accaduto? …attraversando il conflitto….

A cura di Duccio Viligiardi, associato ANMP